di Andrea Di Biase
Nel giorno del compleanno di Salvatore Ligresti (ieri l’ingegnere di Paternò ha compiuto 80 anni) Unipol richiama seccamente Premafin al rispetto degli impegni assunti su Fondiaria-Sai con la firma del contratto in esclusiva del 29 gennaio scorso. Dopo settimane in cui i vertici della holding e i componenti della famiglia Ligresti hanno manifestato pubblicamente posizioni ondivaghe di fronte all’offerta presentata da Sator e Palladio Finanziaria («noi valutiamo tutto», così aveva risposto Salvatore Ligresti il 23 febbraio a chi gli chiedeva se avrebbe preso in considerazione l’offerta di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo), l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, ha deciso di scrivere al cda di Premafin intimando il rispetto dell’accordo in esclusiva con Unipol e diffidando la società dal prendere contatto, anche per interposta persona, con i due investitori. Al vertice della compagnia bolognese non sarebbe piaciuto nemmeno il contenuto del comunicato diramato da Premafin al termine del cda del 1° marzo, dove si sottolineava come il cda della holding, dopo aver preso atto dell’offerta di Sator e Palladio, «ne ha accuratamente esaminato i contenuti attraverso un approfondito dibattito tra gli amministratori », convenendo infine «di non essere in grado di assumere, allo stato, alcuna deliberazione in proposito». Una presa di posizione che, secondo i bolognesi, oltre a tradire lo spirito dell’esclusiva (che impedirebbe a Premafin anche solo di esaminare offerte alternative), avrebbe inviato al mercato un messaggio ambiguo. Tanto che anche lo slittamento a dopo le assemblee del 19 marzo della definizione dei concambi per la fusione potrebbe essere letto all’esterno come una difficoltà. Per questo Unipol avrebbe manifestato al cda della holding l’esigenza di esprimere una posizione netta e precisa sulla proposta di Arpe e Meneguzzo in linea con il dettato dell’accordo in esclusiva. A Via Stalingrado non sarebbe piaciuta neanche la lettera inviata dal presidente di Premafin, Giulia Ligresti, al cda di FonSai, chiedendo di attivarsi per verificare se, alla luce del miglioramento dei mercati, non si siano creati i presupposti per un abbassamento dell’importo dell’aumento della compagnia, attualmente fissato in poco più di 1 miliardo. Nella lettera inviata a Premafin, Cimbri avrebbe ricordato che la taglia dell’aumento, oltre a essere già stata approvata dal cda di FonSai, è parte integrante dell’accordo e non può dunque essere modificata unilateralmente. Sul tema si è già pronunciato ufficialmente anche l’Isvap, che ha intimato a FonSai di mantenere invariata la taglia dell’aumento. (riproduzione riservata)